La narrazione come concetto centrale
Il brief di partenza prometteva bene: mi è stato chiaro, sin da subito, il concetto che avrebbe guidato la progettazione del nome, ovvero il racconto.
Ho tirato fuori da ricerche, libri e dizionari tutte le terminologie attinenti la narrazione. Ho tenuto per mano quel tono di voce caldo ed empatico che avrebbe avuto il brand (una volta nato), per trovare i suoni migliori a esprimerlo con le parole. Ho costruito le più ampie mappe mentali per scovare termini nuovi e giocarci come si gioca coi Lego.
Il risultato sono stati ben sette brand name, quattro in più rispetto a quelli previsti. Perché devi sapere che il viaggio di progettazione è lungo. E durante le soste o fra un foglio volante e l’altro, possono uscire soluzioni inaspettate. Nomi nuovi dentro scenari di significato che nemmeno i clienti avevano ipotizzato in partenza.
Dalle trame alle emozioni
Di sette fratelli, Tramemotive è il brand name che Elizabeth ha scelto. Un nome che l’ha commossa e su cui non ha avuto alcun dubbio. Era proprio il suo.
Tramemotive è frutto di una crasi che unisce la parola “trame” con “emotive”. Un neologismo che spicca per quella “E” condivisa al centro, e che lascia intatta la sua capacità evocativa, perché entrambe le parole sono riconoscibili:
- TRAME: è la sintesi dell’intreccio di una storia
- EMOTIVO: è un aggettivo che esalta il potere dello storytelling nel suo saper emozionare, toccare le corde emotive del pubblico.
Un nome, dunque, profondo, dall’anima semplice. Come semplice e sensibile è la sua Elizabeth.
Oggi, Tramemotive è un’agenzia specializzata in comunicazione e storytelling. E ha lo scopo di “avvicinare le imprese alla narrazione e farle riflettere sul ruolo che giocano le emozioni nei processi decisionali d’acquisto”. Una realtà che cresce giorno dopo giorno e che sono felice di aver battezzato.